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 A Bagnacavallo un grande brindisi all'autoctono tarantino

Bagnacavallo (Ravenna), 02 giugno 2008 - Slow Food ha allestito una vetrina completa delle migliori espressioni dell'enologia tarantina durante la degustazione "Il Primitivo di Manduria: una storia in movimento" nell'ambito della VI° rassegna nazionale dei vitigni autoctoni e di tradizione italiani "Figli di un Bacco minore?".

Il Comune di Bagnacavallo ha avuto il piacere di ospitare per il sesto anno consecutivo "Figli di un Bacco minore?", non una fiera  ma una vera rassegna di cultura materiale enologica e vinosa. Nel Convento trecentesco di San Francesco, Slow Food ha acceso una giostra di sapori esponendo quasi trecento vitigni autoctoni rappresentativi delle biodiversità viticole di tutte le regioni italiane. Oltre cinquecento le cantine selezionate quasi tutte piccole e ottocento i vini in degustazione, l'elenco completo è consultabile alla pagina web www.figlidiunbaccominore.it. Il successo di pubblico conferma che questa manifestazione è diventata uno dei principali punti di incontro tra produttori italiani di qualità e quella parte di consumatori, sempre più consistente e particolarmente attenta al lavoro, al saper fare, alla cultura che si cela dietro ogni bottiglia prodotta. Parlare dei vitigni autoctoni oggi non è più la riscoperta di ciò che era stato negli anni ingiustamente abbandonato ma l'individuazione di obiettivi che perseguano un'agricoltura Buona, Pulita e Giusta.

La Sala Oriani ha accolto gli appassionati ed i soci Slow Food giunti da tutta Italia per degustare sette grandi vini, dalla tradizione fino alle avanguardie, che raccontano l'evoluzione e le interpretazioni del potente e generoso vino pugliese del Salento Jonico:

Consorzio Produttori Vini di Manduria, Vinicola Savese dei F.lli Pichierri, Accademia dei Racemi, Attanasio, Gianfranco Fino, Az. Agr. Morella, Feudi di San Marzano.

 
Duccio Armenio (Slow Food Puglia) ha moderato il dibattito sul Primitivo, un vitigno che ha origini lontane nello spazio e nel tempo che ha attraversato una poliedrica evoluzione da vino da taglio (per le sue doti di robustezza del colore e dell'alcol) a vino da bottiglia ma che oggi è rispettato per le sue caratteristiche tradizionali: generoso, con profumi prorompenti, con un grande sapore, molto potente, con un impressionante impatto in bocca. Merito delle cantine presenti alla serata è quello di aver conservato le tradizioni qualcuna innovando, qualche altra mantenendo il gusto antico molto dolce del vino. La vasta notorietà del vino in Italia ed in Usa come Zinfandel, è la risposta alla domanda che dà vita all'evento romagnolo non più vino autoctono figlio di un dio minore ma vino dalla profonda personalità ed identità. Attaccato perchè povero di variabilità territoriale, molestato da vini ad indicazione geografica meno pregiati, relegato ad essere considerato vino "greco", il Primitivo di Manduria si fa bello e mostra il suo orgoglio nella imponente muscolatura che colpisce qualsiasi palato. Solo rese basse e cantine tecnologiche possono rispettare il gusto tradizionale del vino ma in definitiva "... è un vino che si fa con gli alberelli, con le mani e con il sole" - ha commentato Luca Attanasio presente alla tavola rotonda.

La degustazione dei vini è stata presentata da Fabio Giavedoni (
Redazione Guida Vini d’Italia Slow Food - Gambero Rosso) che ha descritto il Primitivo di Manduria Attanasio come un vino austero, grintoso, con una solidità molto fitta, presente anche l'integrità del frutto, in conclusione un vino estrattivo in una forma molto buona. La ricetta vincente di un vino così rispettoso del frutto e del territorio è da ritrovarsi nell'impegno costante dell'agricoltore condizionato, sempre, dalle condizioni meteoro-logiche.

di Alessandro Attanasio

Foto evento

 

 

 

 

 



 

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